Pagina:Ragguagli di Parnaso.djvu/42

18 RAGGUAGLI

Republica Venetiana; ma che rarissima cosa li pareva essere, che una Republica Aristocratica, il vero fondamento della quale dagli scrittori più intendenti delle Republiche era riputata la parità de’ beni tra la Nobiltà, così lungo tempo havesse potuto mantenersi in tanta pace, e grandezza, in quella sproportionata disuguaglianza di ricchezze, che grandissima si vede nella Nobiltà Venetiana, nella quale ancor che si trovino i due tanto pericolosi estremi delle immense facoltadi, e della molta povertà, in Vinegia nondimeno non si vedeva quel difetto, che pareva che con humane leggi non fosse possibile prohibire, che il ricco calpestasse il povero, ilquale ancor che grandemente invidiasse la fortuna de i facoltosi, ò per la sviscerata carità, che in tutta la Nobiltà Venetiana regna verso la pubblica libertà, ò perche le ricchezze, ancorche grandissime, da chi le possiede, verso gl’inferiori non fossero abusate; tanto il povero, quanto il facoltoso in quella felicissima patria con somma modestia si vedevano viver in pace.

Dopo il Politiano, disse Pierio Valeriano, che l’unico miracolo, che altri sommamente doveva ammirare nella Republica Venetiana, era il sito raro, e mirabilissimo, dove ella ha fondata la Metropoli del suo Imperio, dal quale credeva, che i Signori Venetiani immediatamente dovevano riconoscere il benefitio grandissimo dell’augustissima libertà loro, come quello, che perpetuamente gli ha assicurati dalle forze di molti Prencipi stranieri, che hanno tentato di por loro la catena della servitù al piede.

Seguì poi Giuliocesare Scaligero, e disse, che lo stupor grande della libertà Venetiana, quale di meraviglia empi-


va il