stantissimo giuoco del Trionfetto, e sotto gravissime pene impose à i Platonici, à i Peripatetici, à tutti i Filosofi morali, & ad ogn’altro vertuoso di Parnaso, che dovessero apprendere scienza tanto necessaria, laquale acciò non cadesse loro dalla memoria, gli obbligò ad esercitarsi in quel giuoco un’hora del giorno; ancor che à i Letterati cosa molto strana paresse, che da un giuoco vilissimo da sbirri fosse stato possibile cavar documento alcuno utile alla vita degli huomini, sapendo nondimeno tutti, che sua Maestà giammai non comandò cosa, che à’ suoi virtuosi non apportasse frutto grandissimo, così volontieri ubbidirono, che la scuola di quel giuoco fu frequentatissima: Ma come prima i Letterati scoprirono i magisterij cupi, i secreti reconditi, e gli artifitij ammirandi dell’eccellentissimo giuoco del Trionfetto, fino all’ottavo Cielo commendarono l’alto giuditio di sua Maestà, celebrando, e magnificando per tutto, che nè la Filosofia, nè la Poetica, nè le Mattematiche, nè l’Astrologia, e le altre più pregiate scienze, mà che solo il mirabilissimo giuoco del Trionfetto, a quelli particolarmente, che negotiavano nelle corti, insegnava l’importantissimo secreto, che ogni cartaccia di trionfo piglia tutte le più belle figure.