Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
DI PARNASO | 7 |
dità sappiano mangiar quelle stomachezze di questo mondo, le quali con tutto che altrui muovano nausea grande, & affatto repugnino al gusto de gli huomini buoni, altri nondimeno, per non tirarsi addosso l’ira de i più potenti, e così sconcertar le cose proprie, è forzato far ostentatione di sommamente bramarle, e con avidità grande mangiarle con rabbia di fame.
Di più si veggono ancora in quella bottega molto grandi vasi di confetti muschiati ottimi per far odorar il fiato à i Secretarij, à i Conseglieri, & à quei Senatori delle Republiche, che sono ubligati lasciarsi infracidar i Secreti in corpo.
In un magazzino poi spartato vendono Pastoie da cavalli, fabricate del ferro della maturità; e con tutto che da alcuni poco saggi, come istrumenti da bestie, grandemente siano abborrite, gli huomini nondimeno accorti le hanno poste in così gran credito, che à molto caro prezzo sono comperate da quegl’ingegni precipitosi, che in sommo spavento havendo la giuditiosa maturità del Procaccio, tutte le facende loro precipitosamente si dilettano incaminare, e fornire per le poste.
Ma niuna altra mercatantia di quel ricco Fondaco ha spaccio maggiore, di alcuni Ventagli, fabbricati non già di Penne di Struzzo, di Pavone, ò di altro più ben colorato uccello; ma di herbe, e di fiori, e perche Messer Andrea Mattioli, Herbolario Delfico, tra que’ fiori, e quelle herbe ha riconosciuto l’infernal Nappello Retino, gli accorti vertuosi di Parnaso sono venuti in chiara cognitione, che quei misteriosi Ventagli non già servono per altrui far fresco nel caldo della State, ma per cacciar quelle fastidiose mosche dal naso, le quali al-
cuni |