Pagina:Raffaello - Lettera a Leone X, 1840.djvu/20

16

rarle con diligenza: e leggendo i buoni autori, confrontare l’opere con le scritture; penso d’aver conseguito qualche notizia dell’architettura antica (1) Il che in un punto mi dà grandissimo piacere, per la cognizione di cosa tanto eccellente: e grandissimo dolore, vedendo quasi il cadavero di quella nobil patria, ch’è stata regina del mondo, così miseramente lacerato. Onde se ad ognuno è debito la pietà verso i parenti e la patria, tengomi obbligato di esporre tutte le piccole forze mie, acciocchè più che si può resti viva un poco dell’immagine, e quasi l’ombra di questa, che in vero è patria universale di tutti li cristiani, e per un tempo è stata tanto nobile e potente, che già cominciavano gli uomini a credere, ch’essa sola sotto il cielo fosse sopra la fortuna, e contro il corso naturale esente dalla morte, e per durare perpetuamente. Però parve che il tempo come invidioso della gloria de’ mortali, non confidandosi pienamente delle sue forze sole, si accordasse con la fortuna e con li profani e scellerati barbari, li quali alla edace lima e venenato morso di quelli aggiungessero l’em-