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Non è del contenuto storico della leggenda che io intendo trattenere il lettore. Non discuterò se non sia un errore storico la persecuzione ai cristiani che si dice ordinata da Costantino imperatore.Nè intraccerò in questo luogo ove sia posta quella ignorata città di Tergia,che è detta patria di san Laverio. Nè,in fine,disaminerò quale fede possa prestarsi al nome di Agrippa dato al preside della provincia,il quale più che preside era forse un correttore nell'anno 312 dopo Cristo. Quantunque questi ed altri dati di fatto dell'agiografia siano stati raccolti come notizie storiche peregrine da parecchi eruditi scrittori di di cose archeologiche e topografiche del secolo essere testimonianza sufficiente di eventi e di cose che appartengono al secolo, se non il valore poetico di una leggenda.Vorrei invece indagare onde abbia potuto sorgere in mente allo scrittore basilicatese del secolo il concetto di designare la città di Acerenza come sede del magistrato provinciale,e,per ciò stesso,siccome capo o metropoli della provincia cui Acerenza appartien. Nè parola di storico,nè indizio di marmo epigrafico ha mai attestato ,o fatto almeno supporre,qualità metropolitica nell'antica città di Acheruntia. La quale,notevole per la eminenza e fortezza del luogo