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me, se le migliori lezioni della Copia-Ramaglia siano veramente del manoscritto che esso dice «originale in pergamena,» o non siano piuttosto emendazioni autonome di quel Carlo Danio, nominato di sopra, che fu dotto uomo e benemeritissimo della sua patria. Egli, notissimo e di liberale animo agli eruditi napoletani suoi contemporanei, aveva raccolti marmi scritti e scolpiti, o di ogni sorta reliquie dell’antica Grumento in un museo domestico, del quale ancora oggi qualche traccia ne avanza ad onore di lui, ma non dei tempi e degli uomini che lo dispersero. E raccogliendo con grande cura o dispendio ogni sorta, che poteva, testimoni della vetusta città, scriveva la storia delle antichità grumeutine, e veniva inoltre illustrando di sue note questi Atti di san Laverio,1 che sono il soggetto della nostra scrittura. Morto il colse nel 1737: e niente dei suoi scritti è pervenuto fino a noi. Benemerito per questo ed altri titoli di onore alla sua patria, il nome di lui è, più che altro, degno di memoria ai tardi nepoti: ed io spero lo ricorderà degnamente, quando che sia, il mio egregio amico Francesco Paolo Caputi, che del Danio sortì l’amore intenso alle cose dell’antica e nobile città, da cui Saponara sua patria ebbe origine, e delle quali egli raccoglie le memorie e scrive la storia. Anche il libro del Ramaglia è un manoscritto inedito ancora.2

  1. Lo attesta G. A. DEL MONACO in due luoghi della sua Lettera, ec., a Matteo Egizio, sopra citata.
  2. Eccone il titolo, lunghissimo, che trascrivo perchè è quasi un sommario dell’opera: «Memorie Grumentine Saponariensi, in cui si descrivono la edificazione, la fede cattolica ricevuta da San Laverio, i vescovi e la distruzione della celebre città di Grumento, colonia militare dei Romani; la edificazione della nuova città di Saponara, gli prelati ossiano arcipreti mitrati che hanno governata la di lei Insigne Collegiata Chiesa, sotto il titolo di Sant’Antonino Martire, e le fierissime liti agitate con i vescovi Marsicani per causa della giurisdizione. Con i memorandi fatti e vita del dottissimo D. Luigi Sanseverino, principe di Bisignano; storia della reliquia del prezioso sangue di Cristo, con quella del prezioso Santuario, sotto il titolo di Santa Maria della Salute detta di Grumentino; vita di Sant’Antonino, volgare; di San Laverio, latina e volgare; con altre cose notabili raccolte con somma diligenza e fatica dal dottor Niccolò Ramaglia di Saponari» nell’anno 1736.» Sono 57 capitoli, oltre le Vite dei due santi. Il Ms., che io credo autografo, oggi è in possesso del signor avvocato Vincenzo Ramaglia di Sarconi. Un’altra copia, scrìtta nel passato secolo, è presso l’egregio F. P. Caputi, che ricordo nel testo. Una terza, copia recente e poco corretta, è presso di me.