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e ricordo di tempi felici nella miseria.1 E nel nostro secolo nuovi getti germinarono dal vecchio tronco, e nuovi litigi si agitarono pel diritto di < necessaria collazione > degli uffìcii di canonici e di mansionarii, che spettava alla chiesa di Saponara e non al vescovo, — con nuova edizione e nuovi appezzamenti dei vecchi documenti della città: — finché nel vortice delle leggi del 1861 e del 1867, che ingoiò tutte lo collegiate — insigni e non insigni,— mandò un ultimo barlume l’antico istituto della collegiata saponarese, e si spense.

E sia fama od onore a questo antico e forte istituto, che pugnò e perseverò con costanza singolare. E sia fama ed onore a quegli uomini che, come i Giovan Francesco Danio, i Camillo Cotino, i Carlo Danio-Cotino ed altri, ne difesero i dritti, ne sostennero le ragioni, ne illustrarono la storia!

  1. La lite fu agitata per parecchi anni innanzi al Tribunale misto in Napoli; finchè con regio dispaccio del 1° gennaio del 1763 fu ordinato che — la insigne Collegiata di Saponaria non fosse altrimenti molestata nelle sue prerogative, così del titolo d’insigne, come dell’uso. per mostra, delle insegne pontificali.— Per questo litigio si trova messa a stampa l’Allegazione, storico-giuridica, di Osofido Cecere, col titolo: «Per lo capitolo della chiesa di Sant’Antonino martire della città di Saponara, in provincia di Salerno, contro il vescovo di Marsico. Nel Tribunale misto, presso l’attitante D. Pasquale Grasiola. Napoli,15 agosto 1759.»
    «Avendo «gli Alti esecutori del Concordato» (del 1818 tra il Re di Napoli o la Santa Sede) con decisione del 1° giugno del 1812 dichiarata, per ogni effetto, vera collegiata la chiesa di Sant’Antonino, il vescovo di Marsico mosse questione sul diritto e sul possesso della collazione dei beneficii. Per questa lite fu messa a stampa l’Allegazione del dotto avvocato del Capìtolo, che fu il signor Giuseppe Nicola Roselli di Saponara, dal titolo: <<Per l’Arciprete o Capitolo della insigne collegiata Chiesa sotto il titolo di Sant’Antonino martire del comune di Saponara, in difesa del dritto di necessaria collazione, spettante ad essi Arciprete e Capitolo, dei canonicati e mansionameti della chiesa suddetta. Nell’alta Commissione del Concordato. Napoli, 1851.» — Ed a limitare la esecuzione delle disposizioni legislative napolitane del febbraio 1861, fu pubblicata dall’egregio canonico Francesco Paolo Capiti, vicario foraneo, la memoria dal titolo: «Ragioni per il Capitolo di Saponara, provanti la cura delle anime annessa alla insigne Collegiata sotto il titolo di Sant’Antonino martire, che è la sola chiesa in detta città. Potenza, 1863.»