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avessero nella Saponara, con averli tenuti carcerati. Siccome accadde a Lucio Pulcinella, che, essendo vicario della curia marsicana, per certo insulto fu inquisito dalla curia dell’arciprete, e tenuto molti mesi nelle carceri di Saponara; e l’arciprete poi, per pacificarsi col vescovo, li fece la grazia.... > Io trovo in queste parole del Ramaglia quello che, nelle corti di giustizia, usa dire la causa a delinquere; la causa che determinò qualche erudito uomo della cittadinanza sapouarese alle postume manipolazioni della leggenda che di sopra abbiamo indicate.

Si può, anzi, da queste parole designare i limiti di tempo in cui le interpolazioni si fecero; o questo va circoscritto tra il 1530, epoca dei primi litigi puramente giurisdizionali, e il 1578, in cui ebbe un primo termine che parve fine, o non fu che sosta, la lunga o intralciata tela.

L’arciprete, il clero e tutta intera la città di Saponara, in possesso pubblico o pacifico per molte generazioni di quei diritti che erano un privilegio alla chiesa e un titolo di onore alla città, non potevano non essere profondamente commossi dalle pretese, dai cavilli e dalle prepotenze, come parevano, dell’autorità vescovile. All’interesse di un ceto prevalente si aggiungeva la gara di municipio; ai diritti della chiesa quelli della città; e più che controversia speciale ad un ordine di persone, addivenne contesa patriottica di tutta la cittadinanza. Il fatto della contrastata giurisdizione per essi esisteva così, come le cose che si vedono, si toccano e si palpano: ma era a loro imposta la necessità di dimostrarlo per via di prove giuridiche, siccome esistente non oggi soltanto, ma nel passato altresì, e in un lontano passato; al quale non si poteva estendere la ricordanza di testimoni viventi e parlanti, ed era forza di ricorrero alla parola di testimoni muti, i documenti. Quale maraviglia adunque, se o l’interesse, o l’amor di patria, o la boria di municipio, o il ripicco altresì avesse determinato taluno, sia a ricamare una gala di storia intorno ad un lembo di tradizione orale, sia a chiarire o integrare la tradizione in documenti acconci a sostenere una tesi evidentemente giusta per essi, perchè sanzionata dal possesso pacifico, continuo, pubblico, e indisturbato di tante generazioni?