Pagina:Racconti storici di Giambattista Bazzoni, Milano, Omobono Manini, 1832.djvu/97

oscuro ricoperto delle sue armi più ricche. Tutti gli uomini recavansi a rimirarlo, e vi dico ch’era una compassione a pensare che un battagliero come il nostro Conte dovesse essere serrato giù a marcire fra quattro pietre. Per noi la sua perdita è la più grande delle disgrazie. Egli era la perla de’ condottieri di ventura; il soldato con esso lui doveva bensì menare delle braccia, ma poteva poi essere certo del fatto suo, e le correggie si foderavano spesso di buoni zecchini. I principi, le città andavano a gara onde trarlo dalla loro, e per averlo bisognava che mettessero lì pile d’oro e d’argento da riempire la staja".

"Quando però egli s’era collocato agli stipendi d’una parte ci si adoperava davvero (disse Uguccio) , e chi l’assoldava poteva incominciare a cantar vittoria; nè egli ritiravasi colle schiere prima che si ponesse capo alla guerra, come fecero il Branda e molt’altri, i quali dopo numerate le caparre passarono co’ loro uomini dal lato del nemico perchè offriva più grosse paghe".