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dirette al Castellano, il nostro Venturiero e il compagno gli balzarono con tutta cupidigia d’intorno, giacchè in lui riconobbero un commilitone, un uomo delle loro bande a cavallo.
"E così vengono i nostri?" - gli domandarono sommessamente ad una voce
"Chi diavolo volete che sappia se si va o si viene; per me credo che sia tutto finito."
"Il Conte non vorrebbe forse..."
"Oh! Con lui a quest’ora già si sarebbero fatte gran cose".
"Ma dunque perchè non si muove?"
"Perchè non si muove? ... Oh bella! ... domandate a un morto perchè si sta fermo".
"Che? ... dici tu il vero? ..." (chiesero pure entrambi colpiti come da un fulmine).
"E voi non lo sapete? ... Pur troppo è la verità! ... il nostro povero Conte chiuse gli occhi per sempre l’altro jeri a sera".
"Io non posso persuadermene" (esclamò Uguccio).
"L’ho veduto io nel suo palazzo in Pavia disteso sopra un catafalco col padiglione di broccato