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"Se non fosse stato il nostro Conte avrebbero invece appiccato te per avere malconci i cani del Duca, e sarebbe stato dato un premio a quell’altro. Questi principi della razza del biscione sono tutti d’una pasta velenosa, ed io li odio a morte, e ne vorrei vedere distrutta la stirpe. Quando spirò Giovan Galeazzo primo Duca, che fu padre di questo Giovan Maria, le nostre bande trovavansi a Parma e mi ricordo che il nostro Conte ragionando colla signora Beatrice manifestò certi pensieri sopra Milano, che mi davano la più gran consolazione del mondo, e sì che a quel tempo il Conte non era padrone di Pavia, Alessandria, Novara e tante altre città che possiede adesso e da cui può trarre molto maggior numero d’uomini e di danari".

"Per San Matteo! (esclamò Uguccio) quello era un colpo degno di lui: oh! perchè non l’ha tentato?".

"Nacquero in quell’incontro altri trambusti gravissimi e dovette recarsi altrove. Il bel momento (proseguì Macaruffo più piano con