Pagina:Racconti storici di Giambattista Bazzoni, Milano, Omobono Manini, 1832.djvu/86

che attendevano a varii lavori. Ad un tratto sento un abbajamento infernale e vedo comparire da una scala e corrermi addosso sei o sette mastini che sembravano lupi affamati. Balzarono per addentarmi al collo, alle braccia, alle gambe e gran mercè ch’aveva l’armatura intiera colla buffa al viso e le manopole, altrimenti non avanzava di me neppure un osso; intanto ch’io mi dibatteva a tutte forze contro quelle bestie inferocite, indovina? ... il Duca stava ad uno spiatojo e mi guardava ridendo smascellatamente insieme a quel satanasso di Squarcia Giramo. Liberatomi appena dai mastini tornò il nostro Conte, e vedendomi ansante e rabbuffato mi domandò che fosse avvenuto; io glielo narrai, ed egli portossi tosto tosto dal Duca e lo minacciò di unirsi ai guelfi e di assediarlo nel suo castello, se non rendeva tostamente ragione dell’ingiuria a me fatta che prendeva come fatta a se stesso, ed ebbe termine la faccenda con dieci fiorini d’oro dati a me, e cento colpi di curlo al canattiere che non aveva una colpa al mondo".