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l’altro) ch’abbiano fatta la festa a quel ragazzaccio frenetico di Giovan Maria".

"Sì: meritava veramente di finir male i suoi giorni. Ha fatto ammazzare tanti bravi signori e cavalieri che a dirlo è incredibile".

"Per lui far morire un cristiano se lo aveva come una bagatella. E’ arrivato persino a dare il tossico alla stessa sua madre in Monza".

"Lo so, e poi uccise il Pusterla come se ne fosse stato il reo".

"Altro che uccidere! lo fece mangiare dai cani insieme coi suoi figli. Ma per provare s’era un’anima scellerata, senti che brutto giuoco si prese un giorno di me. Trovandomi io colle squadre a Milano, il nostro conte Facino mi comandò lo seguissi al palazzo negli appartamenti della Duchessa, ch’egli si recava a visitare. Entrati colà m’appostò per guardia in un camerone a cui mettevano capo due scale. Io passeggiava quivi sbadatamente con questa partigiana così in spalla, gettando un’occhiata di quando in quando entro i vetri della finestra d’una stanza ove stavano alcune damigelle