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per l’assalto. Le mura del castello difese da risoluti alpigiani non offrirono agevole conquisto ai guerrieri d’Ubaldo. Il combattimento fu lungo, sanguinosissimo. Il Monaco presente per tutto infiammava il coraggio dei vassalli di Guido che tenevano con eroiche prove lontani gli assalitori. Ma dai cozzi tremendi d’un ferreo ariete sconquassata va a terra la porta e i guerrieri si scagliano precipitosi per entro, nel tempo stesso che superato il muro in più parti altri padroneggiano il vallo. Si pugna pei portici e nel cortile. Ubaldo che all’entrare erasi scontrato nel Monaco, nella folla lo perdette di vista.

Ansioso di rinvenirlo ascese le scale seguìto dai più fidi, e lo scorse all’ingresso della sala d’armi circondato dai pochi tra suoi sopravvissuti. Questi vengono tosto atterrati dai guerrieri e le spade del Monaco e d’Ubaldo s’incrocicchiano e si ribattono. Ma sia lassezza o riportate ferite debole è il braccio del Monaco che l’avversario incalza vigorosamente. Si va desso ritraendo, difendendosi, sin che urta