Pagina:Racconti storici di Giambattista Bazzoni, Milano, Omobono Manini, 1832.djvu/73

e riprendono più spediti il viaggio. Continuamente or da destra or da manca essi vengono saettati, e sempre al sollevarsi delle nebbie scorgono il Monaco colle sue bande che sul pendìo dei monti laterali procede pari passo con essi.

Raggiunta finalmente è la meta, chè tocco hanno il confine della valle. Le montagne di fianco divergono allargandosi in anfiteatro chiuso in fondo dal Rosa che innalza al cielo i suoi candidi gioghi. Al principiare dell’erta sorge un quadrato castello che va agli angoli ed al centro munito di rotonde torri colle acute piramidali sommità vestite di piombo. Ne bagna un lato la nascente Sesia e dietro è cinto da una selva di larici i cui rami frangiati in verdebruno stanno vergenti al suolo. E’ il castello de’ Bonipreandi.

Finiva il giorno; eransi dissipate le nebbie, taceva il vento. Quasi si fosse sciolto nell’aure o l’avessero inghiottito le rupi, il Monaco fatale era scomparso con tutti i suoi e completa ivi regnava la solitudine. Gli ultimi fuochi del