Pagina:Racconti storici di Giambattista Bazzoni, Milano, Omobono Manini, 1832.djvu/71

Scossi questi e furenti pei colpi che li flagellano, non badando a periglio, entrano nelle spumose acque del torrente e lo varcano, trovando però non pochi ne’ suoi gorghi la morte. Pervenuti al di là, svaginati gli acciari, s’arrampicano su pei greppi e le rupi onde raggiungere e punire gli audcai feritori. Ma ad un nuovo segno del loro misterioso condottiero, gli alpigiani, che di semplici panni coverti al sostenere potevano la pugna da vicino con nimici tutti irti e lucenti di ferro, guadagnano le alture e spariscono.

I Sanguigni dopo tal fatto tennero tra essi consiglio; alcuni opinarono diversi doversi far ritorno; ma i più, inanimiti dalle parole dell’intrepido Ubaldo, ripeterono il voto di dar compimento all’impresa e procedettero arditi, benchè più canti, nell’interno della valle.

Non sempre lucente splendette l’estivo raggio. Si viddero a mezzo il dì passare di prospetto frettolose le nubi, ed accavallarsi poscia sulle erette e nude cime delle torreggianti montagne. Vaste volute salirono a coprire la faccia