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terreno, in una delle quali Boniprandi trafisse di propria mano Ardizzo Brusati il più terribile de’ capi Sanguigni. Ma sopravvenne da Novara con gran numero d’uomini Ubaldo Cavallazzi, che urtando nelle schiere del Conte le ruppe e tagliò a pezzi, e il Conte stesso fu visto, trapassato il petto da una freccia, cadere rovescio nella Sesia e seppellirsi ne’ flutti.

Era la stagione propizia. Imbaldanziti i Sanguigni dalla riportata vittoria accolsero plaudendo la proposta di Ubaldo di campeggiare in Val di Sesia al castello dell’estinto Boniprandi per abbattere dalle fondamenta anche le mura in cui si osò dare stanza all’odiato capo nemico.

Quella fiera turba d’armati fatta più grossa da nuovi drappelli di venturieri si mette per la valle: la devastazione segna i suoi passi, nè trova ostacolo alcuno al progredire poichè tutti gli abitatori fuggono dinanzi ad essa.

Sostanno i guerrieri al cadere del secondo giorno presso le rupi da cui sboccando il turgido Sermenza versa le sue acque nei meandri