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Conti P...., una delle più cospicue case di Milano. Benchè fossero già alcuni anni che quivi esercitasse tale professione e avesse avuto modo di riceverne tutta la ferrea tempra, pure per vero dire conservava nei tratti e nel carattere un non so che d’affabile, s’aveva un brio ed una giocondità civle e mansueta, ch’erano qualità rarissime fra individui del suo stato. L’affabilità e la dolcezza sua non lo rendevano però meno proclive al risentimento, meno insofferente d’ogni contraddizione e d’ogni contrasto, meno feroce nell’ira e implacabile nella vendetta; giacchè questi sendo difetti precipui e universali del secolo, divenivano natura e doveri per i suoi pari.

Quella sera Milo evitare voleva di recarsi alla taverna dell’Olmo, consueto loro luogo di convegno; ma scontrato dagli amici fu quasi a forza colà condotto; ed ivi fra le tazze, le carte e i dadi gli gridarono: - Prendi la mandola e canta, Biondo, canta. - Egli per tal’arte aveva il vanto su tutti e soleva intrattenere e rallegrare la brigata s’accompagnando con