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Era suonata l’Avemaria. Milo il biondo, Bravo del Conte se ne ritornava passo passo per una delle strade più solitarie di Milano, giù dal ponte di Porta Romana. Aveva accompagnato il padrone nella solita casa, ove recavasi alla serale adunanza.

Non era stato d’uopo per rischiarare la via di accendere l’ occhio di bue (lucernetta di ottone e cristallo), giacchè splendeva la più bella luna, che mai si potesse dire. Egli veniva lentamente or cantando ora zufolando alla distesa: teneva la destra mano appoggiata alla cintura dello spadone, e colla sinistra faceva varii