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“Egli era atteso di que’ giorni ed io volli evitare la tremenda prova di saperlo vicino. Mi feci condurre al letto ove morì mia madre, lo baciai e bagnai di lagrime, indi, dato a tutti un ultimo addio, fra il loro compianto me ne partii. Il mio sagrificio fu immenso è vero; ma sapete voi comprendere sorella, l’angoscia del sentirsi d’appresso un essere che si adora e non potere squarciare le tenebre d’una perpetua notte nel contemplare almeno un istante sul suo viso l’espressione dell’amore?

“Tacque Agnese dal dolore impedita, poi frenando a stento i singhiozzi rispose “Ah sì m’immagino quanto grave e crudele deve essere il mancare dell’uso delle pupille tanto necessarie ad ogni atto della vita, e per cui si scoprono ed ammirano le meraviglie operate dalla mano del Creatore.

“Talvolta (profferì Ingelinda) mi si affaccia con terrore il pensiero che dalla oscurità in cui giaccio vivente, abbia a passare a quella della morte e rimanervi eternamente sepolta.

“Non lo temere, o sconsolata! (rispose