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sima l’acerbissima mia pena, allora seppi che Guido viveva ancora, poichè il capo di quella banda nemica contro cui erasi slanciato riconosciutolo all’atto della mischia, quando lo vide dal numero de’ suoi atterrato e ferito, lo fece trasportare giù dal monte. Avviatolo poi secretamente nell’interno paese, sperando più gran somma pel di lui riscatto lo tenne rinchiuso prigioniero in un inaccessibile castello, d’onde fermata che fu dopo due mesi la tregua, spedì un messo al Conte in Arona per trattare della liberazione del figlio“.

“Qual gioja a tale notizia per la famiglia di lui, che sino a quel tempo sarà pure stata avvolta nel fatale vostro errore?

“Oh sì in essa quanto insperata tanto più grande e intera fu la consolazione.

“E in voi?

“In me... oh Dio!... in me, non lo chiedete. Sentii più gravemente il peso de’ miei mali. Forse se l’avessi invocato quel generoso cuore non avrebbe abbandonata e respinta un’infelice, priva per cagion sua del più prezioso