Pagina:Racconti storici di Giambattista Bazzoni, Milano, Omobono Manini, 1832.djvu/40

34

annunzio che Guido era stato veduto cadere pugnando dall’era d’una rupe ove s’avventò troppo arditamente, e che precipitato dalla balza nei profondi burroni la salma di lui giaceva insepolta insieme a quelle di tanti altri guerrieri.... A tal disastro l’animo non resse: caddi svenuta a pie’ del letto di mia madre agonizzante... e quando rinvenni in me stessa, sommo Iddio! ella era morta.

“Oh tremendo caso!... Il Conte Guido però diceste che non era perito?

“No: ma in me fu irreparabile il colpo. I nodi che mi univano all’esistenza s’erano come troncati per istantanea forza; lo strazio estremo cagionò una lenta febbre che logorando consumava le potenze della mia vita. Il pianto s’inaridì; le mie pupille esauste, cocenti più non sostennero la luce, e a poco a poco, per eccesso di desolazione, un nero insollevabil velo le ricoprì in eterno.

“Mi si spezza il cuore!... (esclamò Agnese con voce di pianto).

“Quando fui ridotta in sì orribile stato, e condannata solitaria a divorare entro me mede-