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della prece io gioiva d’una contentezza celeste, indescrivibile. Mossa dal puro interno affetto alzava lo sguardo riconoscente quasi se assistessi colle schiere angeliche all’eterna corte; ma... oh istante!... le mie s’incontrarono in due pupille vive, nere, lucenti, che stavano fise immobili a contemplarmi. Come se quegli occhi avessero penetrato nel profondo del mio cuore, sentii per rossore salirmi al volto una fiamma, ripiegai tosto il capo sulle mani giunte, per cui il velo, che aveva rialzato, cadde a quel moto a ricoprirmi il volto.

“Ed era il primogenito del Conte ch’aveva guardato? — l’interruppe chiedendo Agnese, la quale fatta immobile ascoltava con tutta avidità quel racconto.

“Egli appunto (timida rispose e con piana voce Ingelinda). Io non osai più durante l’intera celebrazione levare lo sguardo verso quella parte, neppure da sotto il velo, e compiuti i santi riti, quando uscimmo dalla chiesa progredii tutta in me raccolta cogli occhi a terra sin che riposi il piede nella casa dello zio, poichè