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(Stette sospesa un istante poi proseguì più animata). In quest’ora, sì, la sua barca spuntava, s’avanzava, giungeva al fine e balzato a terra, volavami incontro. Quai momenti!... Quai parole!... Chi le potrebbe ridire?... Egli solo...

“Egli chi? — domandò Agnese con sorpresa e premura. Ingelinda esitò un istante poi profferì a voce sommessa un cognome.

“Che dite?... Egli... d’Arona? il Signor della Rocca?

“Sì il conte Guido... Ma, oh cielo (disse la cieca trepitando) forse alcuno ci ascolta!...

“No, non v’ha anima vivente qui dappresso; anche tutto il giardino è deserto (aggiunse Agnese, dopo avere traguardato fra i tronchi degli alberi). Oh che mi narrate mai! Eravate voi dunque l’amata di quel gentile Cavaliero? Intendo, intendo la vostra sventura. Infelice! so, è già un anno, ch’egli rimase morto sul campo.

“Morto il mio Guido?... No; egli vive e forse sospira la sua Ingelinda.

“Ma come? se si compie ora un anno ap-