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bile e sublime in opera di pennello, colorì alcune figure che rapiscono d’ammirazione e di diletto.

L’oscura porta del quadrato cortile che apriva l’ingresso al Monastero, la contigua marmorea facciata della Chiesa, abbrunita dagli anni, il campanile che la sovrasta, formano un quadro di linee severe, il quale si stacca interamente dalle gaje e ridenti prospettive che offrono gli edifizii moderni e richiama la mente ai costumi ed alla storia delle età trapassate.

Ne’ vecchi tempi il lato occidentale del vasto giardino di quel Chiostro veniva chiuso per una parte dal ricinto d’una rustica casuccia, che era della famiglia dell’ortolano, quindi da un muro che rispondeva esternamente alla contrada detta del Nilone di San Francesco; verso la fine di tal muro eravi una quadrata torre smussata, rozza, cadente, antico avanzo dei baluardi della città che quivi passavano prima dell’età di Federigo Barbarossa. Altra torre forse più vetusta e di forma rotonda sorgeva pure in quel giardino, e vuolsi, avesse al tempo del