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venisse prefissa l’epoca in cui si dovessero formalmente segnare i patti matrimoniali. Il Carmagnola, i capitani d’armi, i rappresentanti della città, non che molte altre cospicue persone, ricevettero invito d’assistere a quella conferenza, poichè il Prelato s’aveva di mira di rendere solenne l’atto delle stipulazioni nuziali, onde riuscisse pubblico, per così dire, e irresolubile l’impegno. Il dì ch’ebbe luogo l’adunanza, più numerose e scelte dell’usato erano state poste le guardie a quel palazzo, sulla fronte del quale sventolava sola ancora e sovrana la bandiera di Facino.

Lo splendido convegno fu tenuto entro la sala maggiore del palazzo, ch’era sostenuta in giro da archi e colonne di longobardica forma. Ad ognuna delle quattro porte d’ingresso stavano colle lancie due soldati coperti d’armature di ferro lucentissimo dalla sommità del capo alle piante. I seggi fra gli archi erano occupati dai più distinti patrizii di Pavia, dietro i quali si sospingevano a gara le genti della