Pagina:Racconti storici di Giambattista Bazzoni, Milano, Omobono Manini, 1832.djvu/108

"Matteo tu eccedi(esclamò fremendo il Venturiero e vibrandogli un’occhiata minacciosa). Pensa che le tue parole offendono l’onestà della nostra padrona, e se non fosse l’amore che portavi al Conte ch’ora a torto ti slega la lingua ..."

"Se parlo è perchè le veggo le cose (replicò lo Scalco più piano ma in tuono d’asseveranza). Non ha ella sempre tra i piedi quel Michele Orombello qui mandato dai Conti di Ventimiglia onde divenisse valente cavaliero alla scuola di Facino? invece di lasciare che si eserciti nel maneggio delle armi e che il poltroncello studi e s’addestri col cavallo e la lancia, se lo tiene tutto il giorno vicino a strimpellare il liuto e canticchiare alla provenzale".

"Sono i suoni e le canzoni del suo paese nativo e vuoi fargliene accusa se dopo tanto tempo ama sentirle ripetere da un fanciullo? chi sarà sì temerario d’immaginarsi che in ciò vi sia colpa? Ella non ebbe il diletto di dirsi madre e quindi predilige l’età di chi le potrebbe essere figlio".