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"Voi altri sfaccendati (gli troncò di nuovo la parola Matteo rivolgendosi ai servi) state quì a guardarlo come babbuini e non gli avrete nemmeno esibito da cena? Sapete pure che questa è la prima offerta che il Conte voleva sempre si facesse a chi arrivava: possibile che s’abbia già da perdere ogni buona usanza? Presto andate a preparare la tavola nel salotto vicino alla mia camera, portatevi l’occorrente poi lasciateci colà tranquilli".

Invitò Macaruffo a seguirlo, precedendolo col lume su per lo scalone; passò varie loggie e da un andito riuscì in una stanza ove stavano appesi alcuni quadri. Quivi accesa una lucerna sopra un doppiero di ferro gli accennò di sedere e passò in una contigua cameretta. Allorchè fu disposta la mensa Matteo ritornò portando una damigiana che andava spolverando con un pannolino; la depose sulla tavola, quindi chiuse l’uscio a chiave; venne poi a sedersi in faccia a Macaruffo, e nello sturare la damigiana disse:

"Non ho amato d’entrare in alcun ragionamento