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bambina. Fatto per cui la ragazza fu scacciata da casa sua, benchè Gavino giurasse e spergiurasse di sposarla appena finiti gli studi.

«Invece l’ultimo anno che passò a Sassari conobbe donna Maria Croce: e vederla, innamorarsene, chiederla in isposa, sposarla e portarla quaggiù, fu tutt’uno.

«Rosanna ne fece una grave malattia, ma non disse una sola parola di lamento. Ma erano passati appena sei mesi che don Gavino si era sposato, allorchè una notte rientrando a casa sua un uomo lo afferrò e nel buio della via lo uccise a stoccate. Toccò allora a donna Maria Croce ad ammalarsi: e appena guarita, data di anima e corpo a cercare chi fosse l’assassino del marito, riuscì a scoprirlo in un giovinotto innamorato perdutamente di Rosanna, che gli aveva promesso la mano di sposa purchè uccidesse don Gavino. Donna Maria Croce lo accusò: fu arrestato, ma mancando le prove materiali del delitto, non ostante il denaro e la potenza della bella vedova, fu rilasciato libero.

«Tuttavia la dama era sicura del fatto suo, e giacchè la giustizia umana non la vendicava, decise di far vendetta da sè.

«Un anno era passato dalla morte di don Gavino, e in questo frattempo moriva anche il padre di donna Maria Croce, lasciandola erede di un grosso patrimonio. Essa partì a Sassari, vendette tutto, poi ritornò qui. Il giorno di Pa-