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Senti. È la terza notte che sogno il medesimo sogno. Io non credo ai sogni, ma perdio, quando si sogna per tre notti di seguito sempre la stessa cosa, c’è da pensare.

— Mi hai svegliato per ciò? — chiese l’altro con un sorriso scettico e di compassione. — Hai forse tu sognato che ti portavano alla forca?

— Nò, — esclamò Billia senza scomporsi. — Senti. Mi appare sempre in sogno una signora vestita all’antica, così credo io perchè le signore ora son vestite diversamente, con un mantello di velluto bianco che la copre da capo a piedi.

Ha il volto bianco come il suo manto, e gli occhi neri, enormi, con sopracciglia arcuate, folte e congiunte, e i capelli, pure neri, attortigliati intorno alle orecchie...

— Bè! come le Olianesi! — esclamò Antonio con ironia, che si interessava poco a quel sogno e aveva molta voglia di riaddormentarsi.

— È sempre la stessa... tre notti di seguito, comprendi?

— Cosa diavolo ti fa? Sognare delle dame, perdio!

— Aspetta. Mi guarda a lungo, con quegli occhi severi bellissimi che mi fanno paura e meraviglia, e mi dice: Bellia, cammina, cammina! Va nei campi di San Matteo, presso il bosco, vicino al torrente. Troverai una pietra di granito, a dieci passi dal torrente, presso il primo albero del bosco, il più grosso che c’è. Leva