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tananza e col tempo il mio amore entrò in un’altra fase: amavo sempre, più che mai, ma non soffrivo più: speravo. Mi diedi a studiare con ardore e passai splendidamente gli esami.

Un anno ancora e Gella sarebbe mia! Che sogni, che progetti, che ardenti speranze, che gioia al pensiero del ritorno! L’ultima lettera del babbo mi mise però di cattivo umore e rattristò orribilmente il mio viaggio: mi pregava di affrettare il ritorno e mi prometteva la più viva delle sorprese al mio arrivo...

I più brutti presentimenti mi si affacciarono al pensiero, tutti concludenti che Gella si fosse fidanzata ad altri... forse anche sposata, circondandosi di mistero per atterrarmi più sicuramente! Provavo le vertigini a quell’idea, e meditavo persino la vendetta da eseguire se Gella mi avesse davvero così tradito... Ma con chi e per chi?... Nessuno dei pochi signori del villaggio era giovine, ricco, bello e aristocratico come me, nessuno poteva amarla come l’amavo io, nessuno poteva offrirle uno stato da signora come quello che godeva in casa mia! Perchè dunque tradirmi, dopo tanti giuramenti e lagrime, dopo i nostri baci e le nostre promesse? Ma invano cercavo rassicurarmi. Mentre la vettura mi trasportava al villaggio, attraverso le campagne deserte, per le chine coperte di robinie lussureggianti e di timavi che impregnavano l’aria fresca dell’alba con olezzi d’incenso, sotto i bo-