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nestrone di fagiuoli preparato dalla mamma, la quale mi disse!

— Sei malato! — E volle farmi bere del latte caldo per farmi sudare!

— Circa un mese dopo, causa un gran temporale, rovinò il tetto a una casa vicina alla chiesa: la sventura volle che quella casa fosse appunto quella del nostro creditore che, povero come noi, ci scongiurò a pagarlo alla fine, dopo tanti e tanti anni.

Non avevamo neppure dieci franchi disponibili, sicchè pregammo tanto il nostro creditore ad avere pazienza, ma come poteva pazientare quel povero diavolo con la casa scoperta? E in inverno? In breve: citò la mamma. Fu quella una brutta giornata per noi che non sapevamo neanche di che colore fosse l’usciere, che non avevamo mai posto piede, neppure come testimoni, in un tribunale. Ci sembrò una infamia, un’onta, tanto più che sapevamo di non poter assolutamente pagare.

San Giuliano mio! Cercai ogni pertugio, pregai tutti, ma ahimè, se ora il denaro è morto allora era moribondo, e... non trovai un’anima che mi prestasse cento franchi. — Bisognava dunque rassegnarci a lasciar fare spese e metterci all’asta le masserizie?

Fra tanta disperazione una notte mi ricordai i cento franchi di Graziarosa, e, ve lo confesso, ero così desolato e disperato che per un momento