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Diventai pallido nel pensare che mi credevano capace di tanto: tremai tutto allorchè sentii che l’olio santo doveva servire per una magia; ma per quante preghiere facessi, Graziarosa non volle dirmi che sorta di magia fosse e per chi servisse. Naturalmente negai, con orrore e terrore, compiere questo sacrilegio, per quanto mi tentasse sempre la strana promessa dell’amore di Graziarosa e un pochino anche i cento franchi. Oh, avere cento franchi e saldare con essi l’unico debito che aveva la mamma sin dal tempo in cui era morto il babbo! Cento franchi! Erano per me un sogno, grande quanto quelli che mi dava la disperata passione per Graziarosa, ma averli a quel prezzo! Prima mi fossero piombati cento fulmini! Avrei ucciso meglio un uomo! E lo dissi francamente alla ragazza.

— Vedete, avevo ragione io! E dicevate di andare all’inferno!...

— Oh, chiedetemi tutto ciò che volete, ditemi di fare qualunque altro delitto e lo farò per voi, ma questo no, questo no, no, no...

Dopo lunga contesa Graziarosa se ne andò via pestando i piedi ed io rimasi come un sonnambulo, là, a occhi aperti senza veder nulla, con tanto di naso rosso fra la nebbia, chiedendomi se tutto non era una visione.

Quella sera a San Giuliano non si suonò punto l’ave, ed io non presi alcun gusto al mi-