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aveva visto coi suoi propri occhi un fantasma bianco vagare pei monti, ma che poi Peppe Longu, per quanto fosse mago, arrivasse a quel punto, ah, questo era troppo! Ma l’altra proseguì, offesa dell’incredulità di Saveria, e tanto disse che finì per convincerla.

Dopo un’ora di chiacchere accanto al focolare, sulle cui bracie Saveria aveva posto a bollire il caffè, ell’era così convinta della magia di Peppe che chiese pensosa alla comare:

— E... ditemi, non la potrebbe disfare questa opera infernale?

— Questo poi no, mi ha detto, questo no! Pare che abbia dell’astio contro vostro marito!..

All’imbrunire Antonio comparve in fondo alla strada rocciosa sul suo cavallino nero e la bisaccia gonfia di formaggio fresco e di ricotta. Mentre scaricava la sua entrata sotto il pergolato, Saveria lo informò di tutto: egli non rise punto, ma aggrottando le folte sopracciglia si contentò di scuotere la testa. E quando tutto fu rimesso in ordine, cavallo, bisaccia ed entrata, Antonio si sedette a piedi in croce accanto al focolare e si fece ripetere la strana novità.

— Ma che diavolo avete con Peppe? Perchè si vendica così orribilmente? domandò alla line Saveria con grande serietà.

— Nulla!.. rispose Antonio. A meno che non sia perchè mi rido sempre delle sue magie!

— È male! non hai visto come ha disperso