Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 39 — |
la giovine con voce ferma che fece trasalire vivamente Elias.
Pietro alzò il fucile...
Il vento, la pioggia, i tuoni scrosciavano fuori con indicibile fragore; parevano urli umani e rovinare di montagne; la giusta ira di Dio per il delitto che consumavasi in quella casa nera e desolata, abitata da demoni in vesta d’uomini.
Pietro mirò Elias; ma mentre stava per calcare il grilletto un colpo secco e sonoro, che non era certo causato dal vento, battè sulla porticina sprangata che dava sul cortile. Si guardarono tutti spaventati, le labbra pallide, il cuore immoto, e il fucile ricadde sulle ginocchia di Pietro.
Chi poteva essere? Erano dunque scoperti... perduti?...
Ma repente Simona si alzò di scatto e gridando con terrore, — Gabina! Gabina!.. — si slanciò verso la porta, a salti, fremendo, come una jena ferita, e aprì...
Trovò infatti la piccina, stesa per terra, bagnata e svenuta. — Gabina visto e udito tutto, non aveva potuto resistere, ed era svenuta, piena di spavento e d’orrore...
— Figlia mia!.. Gabina, Gabinedda... figliolina mia!.. diceva Simona prendendola fra le braccia e portandola accanto al focolare. Vistala così livida, fredda, bagnata, con gli occhi chiusi e il volto ancora scomposto dallo spavento, Simona la credè morta e — dimenticando del tutto