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sua personcina oramai erano coperte di neve, e l’acqua che invadeva il cortile saliva, saliva, ingrossata sempre più dalla pioggia furiosa. Ben presto l’avrebbe costretta a fuggire od a farsi aprire la porta, ma lei non se ne accorgeva. Provava tanto freddo che sentiva una pazza voglia di piangere, eppure non si muoveva... Un nodo le serrava la gola, e più d’una volta dei singhiozzi aridi, spasmodici, le contorcevano le labbra rese livide dal freddo e dallo spavento.

Perchè ciò che vedeva, ciò che sentiva, era una scena così terribile che avrebbe atterrito qualunque uomo, nonchè lei, debole animuccia di appena nove anni...


II.


— Elias, Elias! — esclamava il padre di Simona. È inutile che tu urli chiedendo aiuto. Nessuno verrà, e la procella nasconde il tuo grido. Nessuno verrà! Tu devi morire lì, legato alla sedia ove ti assidevi ogni notte, dieci anni fa, ti ricordi, miserabile? ogni notte... in qualità di fidanzato leale ed onesto!... colla sedia che abbiamo gelosamente conservato per dieci anni... che ti aspettava... che getteremo sul fuoco intrisa del tuo sangue vigliacco...

— Difenditi! — diceva cupamente Simona. — Se non ci dai una sola scusa, almeno una,