Pagina:Racconti sardi.djvu/131


— 127 —

e dirle: — Ma se non si baciano gli innamorati chi vuoi che si baci?



Ma giusto appunto quel giorno Nania non si vedeva più.

Sempre ritto sul ciglione Jorgj cominciava ad inquietarsi, perchè dall’ombra projettata in terra dalla lunga pertica che teneva in mano si accorgeva che le due erano trascorse.

Jorgj Preda, che si chiamava comunemente Tiligherta, era di Bitti e poteva avere diciannove anni.

Guardava, insieme ad un altro vecchio pastore nuorese, le pecore di un ricco possidente pure nuorese, e i pascoli dove erano stazionati si stendevano vicini ad una delle cantoniere dello stradale di Bitti.

Jorgj poteva dirsi un bel ragazzo — egli si credeva un uomo maturo — alto e muscoloso, benchè sottile, coi capelli nerissimi e il profilo perfetto; uno di quei profili scultori, della migliore scuola greca, come se ne vedono solo dalla parte di Bitti e d’Orune. Ma aveva la pelle troppo annerita e indurita dal sole e dal freddo, e la dolce linea della sua bellissima bocca, dalle labbra sottili e i denti di smalto, non leniva la durezza dei suoi occhi neri, annuvolati e quasi tetri.

Allevato a Nuoro, Jorgi, parlava il nuorese