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io Nanneddu Fenu aveva l’ovile dalla parte di Tresnuraghes, cioè quasi due ore distante da Nuoro, in una bella tanca dove l’erba durava fresca sino al mese di giugno. Ogni due o tre giorni la moglie o la figlia, la simpatica Manzèla,1 si recavano a piedi, da Nuoro all’ovile di zio Nanneddu, per godersi una giornata di sole e portare delle vivande al vecchio pastore.
Bustianeddu, il piccino della famiglia Fenu, un cosino alto tre dita, nero-bronzeo nel volto grazioso e maligno, con gli occhi tanto grandi da toccargli le orecchie, e che tutti, compresa
- ↑ Mariangela.