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     Si può da loro avere.
Così fa l’usignuolo,
     Che serve al verso solo,
Ma già d’altro mistero
     Sai, che non vale guero.


XXXI.


In amici i’ m’abbatto,
     Che m’amon pur a patto;
E serve buonamente,
     Se vede apertamente
Com’ io riserva lui
     D’altrettanto, e di pui.
Altrettal ti ridico
     De lo ritroso amico,
Che da la ’ncomincianza
     Mostra grand’abbondanza;
Po’ a poco a poco allenta,
     Tanto, che anneenta:
E di detto, e di fatto
     Già non osserva patto.
Così ha posto cura;
     Ch’amico di Ventura,
Come rota si gira,
     Che lo pur guarda, e mira;
Come Ventura corre.
     E se mi vede porre
In glorïoso stato,
     Servemi di buon grato:
Ma se cado ’n angosce
     Già non mi riconosce.
Così face l’augello,
     Ch’al tempo dolce, e bello

N 2