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     Io ti aggio contati,
E tutti son mortali:
     E sai, che c’è di tali,
Che ne curan ben poco.
     Vedi, che non è giuoco
Di cadere ’n peccato,
     E però dal buon lato
Consiglio, che ti guardi,
     Che ’l mondo non t’imbardi.
Or’ a Dio t’accomando,
     Ch’i’ non so dove, e quando,
Ti debbia ritrovare.
     I’ credo pur tornare
La via, ch’i’ m’era messo:
     Che ciò m’era permesso
Di veder le sette Arti,
     Et altre molte parti;
Io le vo’ pur vedere,
     E cercare, e savere,
Da poi, che del peccato
     Mi son penitenziato,
E sonne ben confesso,
     E prosciolto, e dimesso.
I’ metto poco cura
     Di andare a la Ventura.
Così un dì di festa
     Tornai a la foresta,
E tanto cavalcai,
     Ched io mi ritrovai
Una doman per tempo
     In su ’l monte de l’Empo
Di sopra in su la cima.
     E qui lascio la rima,
Per dir più chiaramente