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XXVIII.
Certo per ghiottornia
S’apparecchia la via
Di commetter lussura,
Chi mangia a dismisura.
La lussuria s’accénde,
Che altro non n’intende,
Se non a quel peccato:
E cerca da ogne lato
Come possa compiére
Quel suo laido volere.
E vecchio, che s’impaccia
Di così laida taccia,
Fa ben doppio peccato,
Et è troppo biasmato.
È ben gran vituperio
Commettere avolterio
Con donne, o con donzelle,
Quanto, che pajan belle.
Ma chi ’l fa con parente,
Pecca più laidamente:
Ma tra questi peccati
Son via più condannati,
Que’, che son soddomiti.
Deh, come son periti
Quei, che contro natura
Brigan con tal lussura!
XXIX.
Or vedi, caro amico,
E ’ntendi ciò, ch’i’ dico;
Vedi quanti peccati