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E se sotto mantello
     Hai orlato ’l cappello
Ad alcun tuo vicino,
     Per metterlo al dichino.
O se lo ’ncolpi a torto,
     E se tu dai conforto
Di male a suoi guerreri.
     E quando se * dir jeri
Nè parle laido male;
     Ben mostri, che ti cale
Di metterio ’n mal nome.
     Ma tu non pensi come
Lo pregio, ch’hai levato
     Si possa esser levato;
Nè pur se mal s’ammorta
     Lo biasmo. Chi comporta,
Che tal lo mal dir t’ode,
     Che poi non lo disode?
Invidia è gran peccato,
     Et ho scritto trovato,
Che prima cuoce, e duole
     A colui, che la vuole:
E certo, chi ben mira,
     D’invidia nasce l’ira.
Che quando tu non pui
     Disservire a colui,
Nè metterlo al di sutto,
     Lo cor s’ambrascia tutto
D’ira, e di mal talento:
     E tutto ’l pensamento
Si gira di mal fare,
     E di villan parlare:
Sì, che batte, e percuote,
     E fa ’l peggio, che puote.