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XXV.
Così tutto pensoso
Un giorno di nascoso
Intrai ’n Monpusolieri.
E con questi pensieri
Me n’andai a li Frati:
E tutti i miei peccati
Contai di motto in motto.
Ahi lasso, che corrotto
Feci, quand’ebbi ’nteso,
Com’io era compreso
Di smisurati mali,
Oltre, che criminali!
Ch’io pensava tal cosa,
Che non fosse gravosa,
Ch’era peccato forte,
Più quasi de la morte.
Ond’io tutto a scoverto
Al Frate mi converto,
Che m’ha penitenziato.
E poi ch’i’ son mutato:
Ragion è, che tu muti,
Che sai, che son tenuti
TJn poco mondanetti;
Però vo’, che t’affretti
Di gire a Frati santi.
E pensati d’avanti,
Se per modo d’orgoglio
Enfiasti unque lo scoglio;
Sì, che ’l tuo Creatore
Non amassi a buon core
E non fussi ubbidienti
A suoi commandamenti.