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     Che troppo ben sentenzie,
Quando chero consiglio,
     Intra ’l ben, e ’l periglio.
Or m’è venuta cosa,
     Ch’i’ non porria nascosa
Tener, ch’io non ti dica:
     Pur non ti sia fatica
D’udire ’nfino al fine.
     Amico, tutte han fine
Mie parole mondane,
     Ch’io dissi ogn’ora vane.
Per Dio, mercè ti muova
     La ragione, e la prova;
Che ciò, che dir ti voglio
     Da buona parte accoglio.
Non sai tu, che lo mondo
     Si porrìa dir nonmondo:
Considerando quanto
     Ci hanno ’mmondezza e pianto.
Che trovi tu, che vaglia?
     Non vedi tu san faglia,
Ch’ogne cosa terrena
     Porta peccato, e pena:
Nè cosa ci ha si clera,
     Che non fallisca, e pera.
E prendi un animale
     Più forte, e che più vale,
Dico, che ’n poco punto
     È disfatto, e disgiunto.
Ahi uom, perchè ti vante
     Vecchio, mezzano, e fante?
Di che vai tu cenando?
     Già non sai l’ora, o quando
Vien quella, che ti porta,