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Or’avìa quadratura;

     Or’avìa l’aria scura,
Or’è chiara, e lucente;
     Or veggio molta gente,
Or non veggio persone;
     Or veggio padiglione,
Or veggio casa, e torre:
     L’un giace, e l’altro corre,
L’un fugge, e l’altro caccia,
     Chi sta, e chi procaccia:
L’un gode, e l’altro ’mpazza,
     Chi piange, e chi sollazza.
Così da ogne canto
     Vedea sollazzo, e pianto.
Però s’i’ dubitai,
     E mi maravigliai,
Ben lo de’ uom savere,
     Que’, che stanno a vedere.
Ma trovai quel suggello,
     Che da ogne rubello
Mi fida, e m’assicura.
     Così sanza paura
Mi trassi più avanti;
     E trovai quattro fanti,
Ch’andavan trabattendo:
     Ed i’, ch’ogn’ora attendo
A saper veritate
     De le cose passate;
Pregai per cortesia,
     Che sostasser la via,
Per dirne ’l convenente
     Del luogo, e de la gente,
E l’un, ch’era più saggio,

     E d’ogne cosa maggio,

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