Et affuta follia.
E tu sie ben atteso:
Che se tu fossi offeso
Di parole, o di detto,
Non aizzar lo tuo petto;
Nè non sie più corrente,
Che porti 'l convenente.
Al postutto non voglio,
Ch'alcun per suo orgoglio
Dica, nè faccia tanto,
Che 'l giuoco torni 'n pianto.
Nè che già per parola,
Si tagli mano, o gola.
Et i' ho già veduto
Uomo, che par seduto,
Non facendo mostranza,
Far ben dura vengianza.
S'ha offeso te di fatto,
Dicoti ad ogne patto
Che tu non sie musorno;
Ma di notte, e di giorno
Pensa de la vendetta:
E non aver tal fretta,
Che tu ne peggiori onta.
Che 'l maestro ne conta,
Che fretta porta ’nganno,
E indugia par di danno.
La cosa lenta, o ratta
Sia la vendetta fatta.
E se 'l tuo buon amico
Ha guerra di nimico;
Tu ne fa' quanto puoi,
E guardati da poi
Non metter tal burbanza,