Ad uom, che sempre noce.
Di tanto ti conforto:
Che se t’è fatto torto,
Arditamente, e bene
La tua ragion mantiene.
Ben ti consiglio quisto,
Che se con lo Legisto
Atar te ne potessi,
Vorria, che lo facessi:
Ch’egli è maggior prodezza
Rifrenar la mattezza
Con dolci motti, e piani,
Che venir a le mani.
E non mi piace grido:
Pur con senno mi guido.
Ma se ’l senno non vale,
Metti mal contro a male;
Nè già per suo romore
Non bassar tuo onore.
Ma s’è di te più forte,
Fai senno, se ’l comporte:
E dà lato a la mischia;
Che foll’è chi s’arrischia,
Quando non è potente.
Però cortesemente
Ti parti da romore;
Ma se per suo furore
Non ti lascia partire,
Volendoti fedire;
Consiglioti, e comando,
Che non ne vad’a bando.
Abbi le mani accorte,
Non temer de la morte.
Che tu sai per lo fermo