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Che per esser lëale
Si copre molto male.
Allor lo Cavaliero
Che ’n sì alto mistero
Avea la mente misa,
Si parte a la distisa,
E andossene a Prodezza.
Quivi con gran pianezza,
E con bel piacimento
Le disse suo talento.
Allor vid’io Prodezza
Con viso di baldezza
Sicuro, e sanza risa
XX.
Dicoti apertamente,
Che tu non sie corrente
In far, nè dir follia:
Che per la fede mia
Non ha per se mia arte
Chi segue folle parte:
E chi briga mattezza
Non fia di tal’altezza,
Che non rovini a fondo;
Non ha grazia nel mondo.
E guardati ad ogn’ura,
Che tu non facci ingiura,
Nè forza ad uom vivente.
Quanto se’ poi potente,
Cotanto più ti guarda:
Che la gente non tarda