Pagina:Raccolta di rime antiche toscane - Volume primo.djvu/66

68

     Del fatto, onde s’imbriga.
Cosa, che tu prometti,
     Non voglio, che l’ometti:
Comando, che s’attenga,
     Pur che mal non t’avvenga.
Ben dicon buoni, e rei,
     Se tu fai ciò, che déi,
N’avvenga ciò, che puote.
     Sai poi chi ti riscuote
S’un grande mal n’avviene?
     Foll’è chi teco tiene.
Ch’i’ tegno ben leale
     Chi per un piccol male
Sa schifare un maggiore,
     Se ’l fa per lo migliore;
Sì, che lo peggio resta.
     E chi ti manifesta
Alcuna sua credenza,
     Abbine ritenenza:
E la lingua sì lenta,
     Ch’un altro non la senta
Sanza la sua parola:
     Ch’i’ già per vista sola
Vidi manifestato
     Un fatto ben celato.
E chi ti dà prestanza
     Sua roba ad iserbanza,
Rendila sì a punto,
     Che non sia ’n fallo giunto.
E chi di te si fida
     Sempre lo guarda, e guida:
Nè già di tradimento
     Non ti venga talento.
E vo’, ch’al tuo Comune,