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Che già a questo paese

     Non piace lor arnese.
E guarda ’n tutte parti,
     Che amar già per su’ arti
Non t’infiammi lo core:
     Con ben grave dolore
Consumerai tua vita:
     Non già di mia partita
Non ti porria tenere,
     Se fossi ’n suo podere,
Or ti torn’a magione,
     Ch’omai è la stagione;
E sie largo, e cortese,
     Sì, che ’n ogne paese
Tutto tuo convenente
     Sia tenuto piacente.
Per così bel commiato
     Andò da l’altro lato
Lo Cavalier gajoso;
     E molto confortoso
Per sembianti parea
     Di ciò, ch’udito avea.
E ’n questa beninanza
     Se n’andò a Leanza:
E lei si fece acconto;
     Poi le disse suo conto,
Sì come parve a lui.
     E certo io, che lì fui,
Lodo ben sua manera,
     Lo costume, e la cera.
E vidi Lealtade,
     Che pur di veritade
Tenea suo parlamento.

     Con bell’accoglimento